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06-10-2022
Uno studio prospettico su mezzo milione di consumatori di tè inglesi ha mostrato che l'assunzione della bevanda, anche elevata, è associata a una lieve riduzione del rischio di morte. Lo studio è stato guidato dal National Cancer Institute del Regno Unito, parte dei National Institutes of Health, ed è un'ampia e completa analisi dei potenziali benedici del bere tè nero, la tipologia di tè più bevuta nel Regno Unito. I risultati dello studio, guidato da Maki Inoue-Choi, sono stati pubblicati su Annals of Internal Medicine.
Il tè è una bevanda fatta dall'infusione delle foglie di Camelia sinensis. In particolare, il tè nero è preparato frantumando e seccando le foglie fresche per avviare la fermentazione ed è principalmente consumato in Europa, negli Usa, in Africa e in India. Il tè ha proprietà antiossidanti e tra le molecole che contiene, i polifenoli sono responsabili dell'aroma e degli effetti benefici del tè. I polifenoli caratteristici del tè sono chiamate catechine, come le epigallocatechine e le epicatechine che rappresentano il 50-70% di questi composti.
Durante la fermentazione, alcune catechine si combinano per formare teaflavine e altri flavonoidi, che danno il caratteristico gusto e sapore al tè nero. Il tè verde, invece, si prepara dalle foglie fresche, processate rapidamente per evitare proprio la fermentazione, mentre il tè oolong è semifermentato.
Studi passati hanno trovato solo una modesta associazione tra assunzione di tè e riduzione del rischio di morte, principalmente focalizzati sulle popolazione asiatiche che, però, comunemente bevono tè verde. Studi sul tè nero, inoltre, hanno portato a risultati contrastanti.
Nel nuovo studio, i ricercatori inglesi hanno preso in considerazione dati su 498.043 uomini e donne tra 40 e 69 anni, raccolti nel database Biobank UK. I partecipanti sono stati seguiti per 11 anni e le informazioni sulla morte sono arrivate da un database collegato dal National Health Service.
Dai risultati è emerso che le persone che consumavano due o più tazze di tè al giorno avevano una riduzione tra il nove e il 13 per cento del rischio di morte per qualsiasi causa rispetto a chi non beveva tè. Un più elevato consumo di tè sarebbe stato associato anche a una riduzione del rischio di morte cardiovascolare, ischemie del miocardio e ictus. L'associazione sarebbe stata osservata indipendentemente dalla temperatura a cui viene consumato il tè, dall'aggiunta o meno di latte o zucchero e dalle variazioni genetiche che incidono sul metabolismo della caffeina da parte delle persone. Dunque, secondo quanto sottolineato dagli stessi autori il tè nero, anche ad alti livelli di assunzione, può essere parte di una dieta salutare.
Sabina Mastrangelo
Annals of Internal Medicine (2022) - doi: 10.7326/M22-0041
Nutrients. 2018 Dec 25;11(1):39. doi: 10.3390/nu11010039
Fonte: farmacista33.it
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